
I territori di Cottanello e Castiglione hanno una particolarità unica. Queste sono le zone di estrazione del marmo di Cottanello, un marmo che ha una storia molto affascinante da raccontare…
Cos’è il marmo di Cottanello?
Impropriamente chiamato “marmo” (termine riservato a rocce di tipo metamorfico ma applicato largamente anche a tutte quelle rocce che è possibile lucidare), è in realtà una breccia calcarea, di colore rossastro, attraversata da fratture riempite di minerali bianchi (prevalentemente calcite).
Questo materiale si è deposto sul fondo della Tetide (l’oceano che un tempo ricopriva la zona che sarebbe diventata Italia), circa 60 milioni di anni fa. Durante la formazione degli Appennini i depositi hanno subito notevoli sollecitazioni, soprattutto dovute alla fratturazione della roccia . In particolar modo la roccia che sarebbe diventata il marmo di Cottanello è stata fortemente influenzata dalla faglia sabina, una grande frattura che attraversa la regione per circa 30 km e che passa in prossimità del paese di Cottanello.
La roccia “strizzata” e sollecitata ha potuto assumere quelle caratteristiche estetiche che hanno fatto la fortuna di questo marmo.
Nel territorio compreso tra Cottanello e Castiglione sono state aperte, nel corso dei secoli, numerose cave di estrazione. La particolarità di questo gruppo di cave è che in ognuna di esse è possibile riconoscere caratteristiche diverse. Infatti, man mano che ci si allontana dalla faglia, quindi dalla cava del Cottanello posta più vicina ad essa, il fenomeno di “strizzamento” e le strutture che ne derivano diventano sempre meno accentuate, fino a scomparire del tutto (cava di Castiglione).
Sicuramente il marmo era conosciuto fin dai tempi degli antichi romani, se ha traccia nella famosa Villa Romana.
Si sa che le cave di Cottanello e Castiglione davano lustro ai loro castelli nel secolo XVI ma è tra la fine del 1640 e il 1690 che l’importanza di questo marmo aumentò notevolmente.
Il marmo infatti fu scelto da Giovan Lorenzo Bernini (1598-1680) per impiegarlo nella costruzione di molti edifici della Roma barocca, che in quegli anni stava vivendo un periodo particolarmente proficuo per l’arte.
Grazie al Bernini, ad altri artisti dell’epoca, e grazie anche a Sante Ghetti, uno scalpellino carrarese, oggi è possibile ammirare questo splendido marmo in molte Chiese di Roma: prima fra tutti la Basilica di San Pietro.
È qui che Bernini utilizzò per la prima volta il Cottanello e fornì la Basilica di 46 colonne di questo bel marmo.
Ma i personaggi e i luoghi famosi non sono l’unico motivo che rende importante il marmo di Cottanello.
Infatti il XVII secolo fu il periodo della Controriforma della Chiesa Cattolica. Per rispondere alla diffusione del protestantesimo, di cui è stato fondatore Martin Lutero, la Chiesa decide di riconfigurarsi: nella dottrina, negli ordini religiosi e spirituali e anche nell’estetica.
Nel rinnovo estetico Bernini ha portato una grande novità artistica, per lui la scultura e l’architettura dovevano rappresentare qualcosa di più elevato, l’accostamento cromatico e i giochi di luce dovevano assumere una grande importanza, le decorazioni dovevano essere delle vere pennellate artistiche.
E così è stato e il risultato si può vedere, non solo a San Pietro, dove Bernini è stato “frenato” dalla Reverenda Fabbrica, quanto nella chiesa S. Andrea al Quirinale dove l’accostamento di materiali e colori crea uno splendido effetto armonioso.
Si dice che ad opera finita Bernini si fermasse spesso presso “la sua chiesa preferita” per ammirare la luce che filtrava dalla finestra sulle pareti di marmo e sulle decorazioni.
Il marmo è stato anche largamente usato durante l’Unità d’Italia nei monumenti che coronarono Roma Capitale: ad esempio a Montecitorio e anche in molti altri edifici pubblici dell’epoca.
Il collegamento Cottanello-Roma è dunque molto forte, persino la via che percorreva il marmo per arrivare alla grande città è ricca di storia, ed è stata battezzata “La Via del Cottanello”.
Ma il Cottanello è riuscito ad uscire anche dai “confini territoriali” finendo addirittura a Venezia, dove due leoncini, risalenti al 1722, sono stati collocati in una piazza accanto alla Basilica di San Marco.
Con il passare del tempo e con l’avanzare degli studi e delle ricerche nuovi interessanti particolari vengono ogni anno alla luce e nascono anche nuovi interrogativi.
Un esempio per tutti?
Il 3 giugno 2009 al Rockefeller Plaza di New York è stato aggiudicato all’asta un labrum (vasca) in marmo di Cottanello del diametro di 163.8 cm e un’altezza di 132.1 cm., risalente al II-III sec. A.C.
Quindi l’uso del marmo in epoca romana andava ben oltre l’uso costruttivo, come si era ipotizzato fino a qualche tempo fa.
Quali altre sorprese ci riserverà il marmo di Cottanello ?
Siamo convinti molte.
Speriamo che nel futuro molte persone inizino a conoscere la storia di questo marmo che, come abbiamo detto all’inizio, è estremamente affascinante.
Infine, ricordiamo che l’ultima cava in opera è stata quella posta in prossimità dell’attuale centro di Castiglione, molti abitanti del luogo ci hanno lavorato e ne conservano il ricordo, essendo stata chiusa definitivamente solo nella metà del XX° secolo.


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